Raccontare per non smarrirsi

di suor Rosalba Scaturro, Chambéry
Raccontare per non smarrirsi Abbiamo bisogno di una narrazione umana per non smarrirci! Abbiamo bisogno di raccontare storie, storie belle, storie vere,...

storie che sanno tirare fuori il bello che ci abita. Sì, perché come ben sappiamo, nell’era della comunicazione rischiamo di non “dirci”, di non svelarci e di restare perciò, per paura e diffidenza, estranei agli altri e dunque anche a noi stessi. Raccontare è necessario, per tessere legami con la nostra storia personale, con gli altri, le cose, col passato e il presente, e mantenere visibile l’orizzonte dei sogni. Abbiamo fame di cibo e di storie, sin da piccoli - ci ricorda papa Francesco nel messaggio per la 54a GM delle Comunicazioni Sociali -, perché di storie abbiamo bisogno per rivestirci e custodire la nostra vita.
In un mondo che soffre la bulimia delle parole, parole dette con superficialità, trascuratezza, senza fondamento, in questo mondo sdoppiato dalle fake news, ancora di più sono necessarie parole chiare, belle, sincere, parole che edificano. Parole che guadagnino luce al buio, che sappiano essere l’alternativa necessaria ad un serio discernimento e collaborare così all’opera redentrice del Cristo.
Le storie che ascoltiamo plasmano convinzioni e comportamenti, dice il Papa.
Come non sentirsi interrogati da questa constatazione? Raccontare è una grande responsabilità. E noi Chiesa, noi vita Consacrata, noi chiamate alla profezia della comunione, noi sappiamo oggi raccontare storie che nutrono, che svelano le interconnessioni fra noi e quelle con “nostra sorella terra” con la quale condividiamo l’esistenza? E poi ancora, il nostro raccontare da quale punto di vista parla?
È chiaro che, se il nostro raccontare vuole contribuire a “ristabilire nella Chiesa la duplice unione totale” dev’essere un racconto “rivisto” davanti al Signore nella preghiera. Condividere racconti che, anche se la cronaca degli eventi rimane invariata, nel farlo ne cambiano il senso e la prospettiva, è quello che ci auguriamo.
Coraggio, abbiamo una sorgente sicura a cui guardare per apprendere: i Vangeli, che mentre ci raccontano di Gesù ci rendono simili a lui. Allora “Auguri”; auguri a ciascuna/o di noi che desideriamo, con la grazia di Dio e la guida dello Spirito Santo, contribuire al divenire di quella fetta di umanità, che incrociamo e incroceremo nella e con la nostra vita, contagiandone le storie con altrettante colme di speranza e di pace, e arricchirne la trama dei giorni.

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