Una serata in Convento

di Raffaele Cangiano
Acerra in ConventoAbbiamo vissuto una serata in convento tra le suore di S. Giuseppe, in preparazione alla Giornata della Vita Consacrata, il 29 gennaio scorso.

Un open day alla riscoperta di una storia che genera. Una serata tra preghiera e condivisione che ha visto il coinvolgimento di persone provenienti da varie parrocchie di Acerra. Una serata centrata su un'unica parola: sogno.
I sogni sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l'umanità.
Padre Jean Pierre Médaille, gesuita, ha sognato lo stesso sogno sognato da Dio. Senza nessun dubbio sulla chiamata del Signore a soccorrere chi necessita di aiuto e contemplando Gesù nascosto e "annientato" nell'Eucaristia, sente nascere in sé l'idea di un Istituto "annientato". Fonderà nel 1646 in Francia la piccola Congregazione delle Figlie di S. Giuseppe - associazione di giovani donne e vedove, desiderose di consacrarsi a Dio ma non chiamate alla vita claustrale, che conducono una vita semplice e senza alcun segno esterno che le distingua.
Padre Médaille ha avuto la forza - in mezzo a tante difficoltà - di portare avanti con coraggio i suoi sogni e di trasformarli nelle realtà del futuro: un Piccolo Disegno lungo 369 anni e sparso in tutto il mondo.
Nel 1908 questo sogno arriva anche ad Acerra. Prendendo in gestione l'ospizio lasciato dalla contessa Vittoria Bianculli. Qui, in seguito, le suore aggiungeranno la scuola materna ed elementare. Ogni inizio è duro, ma gli acerrani ben presto si affezioneranno mostrandosi generosi verso l'opera.
I veri sogni sono i sogni del noi. Sogni che includono, coinvolgono e condividono! Le suore di san Giuseppe sono chiamate a essere nella Chiesa segno di unità, come la vite e i tralci. Sono chiamate a procurare l'unione totale delle stesse e del caro prossimo con Dio, l'unione degli altri fra di loro e con le suore, ma tutto in Gesù e in Dio Padre. Come sottolineato dal parroco, don Giorgio Capelli, esse incarnano nella quotidianità della vita le Parole di Gesù: «Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto. Tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi» (Gv 15,5.17,21).
Al termine della preghiera, abbiamo avuto un momento di fraternità intessuto di incontri, risate e tanta gioia. È la gioia di essere Chiesa, la gioia di essere una grande famiglia!

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