Umiltà

di Costanza Lerda
Umiltà“Mi piacciono le persone che per brillare non spengono nessuno”. Non so di chi sia questa citazione. Mi è piaciuta.

Mi dice che non devo schiacciare, mettere volutamente in difficoltà qualcuno quando voglio far valere le mie ragioni o farmi notare. La luce di ciascuno di noi è “propria”, nessuno ce la può togliere o spegnere. Se ne siamo consapevoli, è una risorsa personale, da riconoscere anche agli altri. Come la lucina della lucciola, piccola, insignificante di fronte al lampione, ma c’è.
L’umile sa il fatto suo, semplicemente non scavalca nessuno per farsi valere, ma non si nasconde. Non denigra un altro per sfoggiare la sua forza, ma è forte. L’umiltà è esprimersi e, allo stesso tempo, lasciare spazio, capire. Lo dice anche papa Francesco: «Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli. L’umiltà è la base di ogni vera grandezza».
Vuol dire anche non mettere, cercare di non mettere l’altro in difficoltà, ma lasciargli spazio per esserci, sancirne la presenza nella consapevolezza però che gli riconosco questo senza volermi annientare. Siamo sullo stesso piano e ci rispettiamo. Non interferisce con l’impegno, la partecipazione, non è neanche nascondersi. È uno stile di valorizzazione di sé stessi e allo stesso tempo dell’altro, senza schiacciarlo.
Papa Francesco va oltre, in un percorso che faccio fatica a descrivere e fare mio. Lo lascio lì, alla riflessione di ciascuno. «Non c’è umiltà senza accettazione delle umiliazioni», come le ha accolte Gesù, il grande umiliato, che ha accettato la croce, quando è arrivata, senza permettere allo Spirito di spegnersi.

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