Gara di solidarietà

di suor Anna Vacchetta
Fabbricazione di mascherine nel Carcere di CuneoLa terribile pandemia che ha colpito gravemente anche la nostra Italia, seminando malattia e morti, ha dato vita a una gara di solidarietà...

all’interno delle carceri. Sono nati progetti in aiuto alla comunità esterna in lotta con un nemico invisibile, che ormai sta infiltrandosi anche nelle Strutture circondariali.
Ecco l’esempio di alcune iniziative:

  • raccolta di fondi. Sono pochi soldi, ma è il gesto prezioso che ha valore;
  • donazione del sangue;
  • fabbricazione di mascherine e dispositivi di protezione individuale;
  • realizzazione di striscioni, con messaggi di incoraggiamento.

Sono detenuti che, dissociandosi apertamente dalle forme di protesta registrate in alcuni istituti di pena, hanno deciso di mettersi in gioco in modo attivo e positivo, manifestando vicinanza alla società civile esterna.
Dimostrano che sono sì persona che hanno sbagliato, ma che mantengono tutta la loro umanità. Se si viene incontro alle loro esigenze basilari, l’ansia e la paura rimangono sotto controllo. Aumenta così la responsabilità personale relativa al rispetto delle regole riguardo la sicurezza. È fondamentale, quindi, garantire ai carcerati l’appagamento di alcuni bisogni, come assicurare il contatto con la propria famiglia, il ritmo dei tempi all’aria aperta, ed altri…
Infatti, nella Casa Circondariale di Cuneo sono state attivate le video-chiamate e prolungati i tempi del colloquio telefonico per alleviare, in parte, il divieto delle visite.
Il carcere deve mettere in luce e valorizzare tutte le qualità positive delle persone recluse. Donando il sangue, ad esempio, i detenuti si sentono un po’ protagonisti a favore della salute pubblica, collaborando indirettamente con i medici e gli infermieri, che stanno rischiando la vita ogni giorno.
E non dimentichiamo i Cappellani delle carceri che, come angeli custodi, rimangono accanto ai detenuti: visitano, consolano, donano conforto e sicurezza.

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