Algoritmi: domande di fondo

Guido Novaria, Istituto
Algoritmi e domande di fondo sull'umanitàL’intelligenza artificiale sta modificando l’informazione e la comunicazione e, attraverso di esse, alcune basi della convivenza civile.

«Si tratta di un cambiamento che coinvolge tutti, non solo i professionisti - osserva papa Francesco - che suscita stupore che oscilla tra entusiasmo e disorientamento e ci pone inevitabilmente davanti a domande di fondo. Cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?» (Leggi il messaggio per la GMDCS).
Ma se il nuovo non deve fare paura, soltanto una completa rivalutazione della comunicazione pienamente umana è in grado di farla diventare strumento al servizio della promozione e crescita dell’individuo e della società intera, senza bavagli, né falsità.
Come si fa, ad esempio, a ignorare o a raccontare in modo fazioso la drammatica realtà degli sbarchi dei migranti sulle nostre coste, liquidando in poche righe centinaia di morti, e fra loro tantissimi bambini, che vedevano nel nostro Paese la fine della loro esistenza di vittime di violenze e soprusi?
O ancora l’abituarsi alle guerre, i cui bollettini quotidiani di morti sembrano non interessare più a nessuno?
Ecco che una comunicazione coraggiosa e, spesso, fuori dagli schemi può dare le prime risposte in quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità.
Ancora Francesco afferma: «Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza. Questa sapienza matura facendo tesoro del tempo e abbracciando le vulnerabilità. Cresce nell’alleanza fra le generazioni, fra chi ha memoria del passato e chi ha visione di futuro. Solo insieme cresce la capacità di discernere, di vigilare, di vedere le cose a partire dal loro compimento».

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